TERAMO – Il sindaco Brucchi prende di petto la questione morale interna al Pdl e insieme ad altri 12 sindaci italiani lancia dalla sede romana del partito in via dell’Umiltà un movimento per il cambiamento, "Italia chiamò": "basta a un partito di nominati, via i listini, iniziamo con le primarie, e poniamoci la questione morale". Il primo cittadino teramano è tra i primi sostenitori di questa iniziativa che si propone di raccogliere nuove adesioni e di rifondare il Pdl. "La nostra – ha spiegato il sindaco teramano – non è una battaglia contro il partito, ma per il partito a cui chiediamo un atto di coraggio per riconquistare la fiducia dei cittadini. Basta ai cortigiani della politica, la gente ha bisogno di risposte sulla problemi della casa, del lavoro e se non ci poniamo la questione morale finiremo per allontanare definitivamente la gente. Bisogna avere il coraggio di partire dagli eletti e da chi sta tutti i giorni a diretto contatto con i problemi della vita reale, ovvero i sindaci e gli amministratori locali che ci mettono la faccia ma che subiscono l’effetto trascinatore della cattiva poltica e degli scandali. Non mi seno rappresentato dalla Minetti e da "Batman" – ha detto il sindaco Brucchi – queste figure rovinano anche la mia reputazione e io non ci sto". Il sindaco ha poi voluto sottolineare l’atteggiamento della classe politica teramana. "Il Pdl teramano è da esempio per tutti e non può ricevere tirate d’orecchio da nessuno visto che da tempo ha messo in campo una fase di rinnovamento del partito concedendo tanto spazio ai giovani e dimostrando un legamr profondo con il territorio su cui lavora quotidianamente". Il movimento vede una nutrita rappresentanza abruzzese visto che tra i 12, oltre al sindaco di Teramo, ci sono i sindaci di Pescara e Chieti, insieme ai primi cittadini di Pavia, Ascoli, Lecce, Scafati, Mondragone, Frosinone, Siracusa, Cremona e Verbania. Brucchi, che ha annunciato di voler estendere la sfida anche agli altri sindaci di centrodestra della provincia di Teramo, rifiuta l’accostamento con il "rottamatore" Matteo Renzi. "Noi non siamo rottamatori, non siamo formattatori, siamo amministratori che ci mettono la faccia e che dicono basta alle caste e agli scandali della politica. E la faccia possiamo mettercela perchè a differenza di Renzi che sta conducendo un’attività finalizzta a fare il premier, non sindaci non ci candideremo alle politiche".
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